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I PENSIERI DEL GIORNO MARZO 2021

1

Marzo
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Lunedì dopo la II domenica di Quaresima

Lunedì dopo la 2°Domenica di Quaresima
Lc 6,36-38
La santità consiste nel pensare e agire 
esattamente come Dio pensa e agisce. 
Il miracolo a cui siamo chiamati è quello di diventare uguali a Dio nella misericordia, nella rinuncia a giudicare, a condannare, nella capacità di perdonare: <Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.>
La radice della felicità non è nel verbo "prendere", ma ogni uomo si realizza pienamente nella sua umanità quando è disposto a "donare".
<Date e vi sarà dato... > Ti sarà fatto esattamente come tu farai al tuo prossimo. 
Fino a quando facciamo agli altri cose che non conosciamo sulla nostra pelle, rischiamo di desiderare per noi misericordia e tenerezza e riservare agli altri giudizio e durezza. 
Non possiamo desiderare di essere amati da Dio se non amiamo il nostro prossimo ma possiamo amare il nostro prossimo solo se lo amiamo come noi stessi e quindi in fondo solo se ci amiamo davvero possiamo amare entrambi. 

2

Marzo
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Martedì dopo la II domenica di Quaresima

Martedì della 2°Domenica di Quaresima. Mt 23,1-12
La durezza delle parole di Gesù non tocca lontanamente il messaggio della Legge ma bensì la sua applicazione da parte di chi "dice e non fa". Anche un bambino va in furie se riceve dai propri genitori un rimprovero per qualcosa e vede che loro sono i primi a farla al contrario. Dire una cosa, pretenderla dall'altro e vivere al contrario portando una cattiva testimonianza, è ciò che allontana più la gente.
<Legano fardelli pesanti... dicono e non fanno... >
Vivere sempre pretendendo di essere esigenti con gli altri quasi a rendergli la vita impossibile; fare le cose solo per essere visti e ammalarsi di narcisismo spirituale; essere chiamati maestri e padri pensando che la vita coincida con i titoli che abbiamo. 
Tutte queste cose sono sempre alle porte del nostro cuore come una tentazione continua. Gesù sta parlando di noi, e l'unico antidoto a questo è ricordarsi della logica del servizio e non della prevaricazione: <Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo>.

3

Marzo
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Mercoledì dopo la II domenica di Quaresima

Mercoledì dopo la 2°Domenica di Quaresima. Mt 20,17-28
Consegnare all'altro ciò che di più vero e decisivo accade nella nostra vita non è semplicemente passare del tempo insieme o fare delle cose insieme.
Gesù costruisce una intimità veramente profonda con i suoi discepoli mentre si avvicina a Gerusalemme: <Ecco noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà>.
A volte pensiamo di avere molti amici magari perché ci intratteniamo con loro parlando di banalità. L'intimità con l'altro si ha quando si è capaci di discorsi profondi.
Gesù fa esattamente questo, mentre la madre dei figli di Zebedeo chiede un posto di privilegio per i suoi figli nel regno di Gesù.
Non è possibile dinanzi alla consegna più intima volersi accaparrare i posti migliori secondo una logica mondana. Un meccanismo incoscio di difesa anche a noi nelle nostre famiglie, nei nostri posti di lavoro, nelle nostre comunità fa cercare la convenienza tralasciando il messaggio di Gesù. Abbiamo paura della croce.
Non prendendo sul serio le parole di Gesù preferiamo vivere per cose banali, mondane, lontane dallo spirito del Vangelo.

4

Marzo
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Giovedì dopo la II domenica di Quaresima

Giovedì dopo la 2°Domenica di Quaresima.
Lc. 16,19-31
La Parola di Dio oggi ci comunica in modo esperienziale ciò che conta.
Nella storia del Vangelo di oggi la cosa che più conta non è l'ingiustizia subita da Lazzaro ma la tragedia di cui è vittima il ricco epulone.
Purtroppo quando si confonde la propria identità con ciò che si possiede, si può perdere persino il proprio nome (infatti non si riporta il nome di questo ricco).
Quando si pensa che la nostra vita può essere definita da ciò che abbiamo, basta togliere ciò che abbiamo per farci accorgere del niente che siamo. La morte è la fine del verbo avere e del totale verbo essere.
L'inferno non ci può fare varcare il confine tra ciò che ci può salvare e ciò che ci può condannare. Amare significa riappropriarci di ciò che siamo.
Non potere più amare è l'inferno.
Ciò che in vita è una possibilità, dopo la morte è un abisso.
Lazzaro è consolato, il ricco in mezzo ai tormenti. Facciamo bene adesso che abbiamo tempo perché c'è tempo, c'è ancora tempo ma ci sarà un momento in cui non ci sarà più tempo.

5

Marzo
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Venerdì dopo la II domenica di Quaresima

Venerdì dopo la 2°Domenica di Quaresima
Mt. 21.33-43-45-46
Qualcuno ci ha dato la vita, e noi ci troviamo a viverla come dei mezzadri che non devono mai dimenticare di essere degli affittuari e non dei padroni.
La parabola dei vignaioli ci colpisce con il fatto che ognuno di noi è nella posizione dei vignaioli. La vigna della nostra esistenza non ce la siamo data da soli.
La spiritualità della mezzadria è ciò che più dobbiamo imparare a coltivare nella nostra vita. Amare la vita come se fosse davvero nostra, ma avere l'umiltà che c’è Qualcuno a cui dobbiamo consegnare il raccolto. Non possiamo vivere come se fossimo eterni o peggio ancora come se non dovessimo mai rendere conto a nessuno.
Intelligenti, scaltri, intrallazzati, ricchi, attrezzati, alla fine moriremo tutti.
Possiamo, però, decidere di vivere questa fine come un incontro, o questa fine come solo una fine.
Vogliamo sbarazzarci di Cristo o accoglierlo per ciò che davvero è? Quando viviamo solo sulla difensiva alla fine facciamo fuori anche Gesù dalla nostra vita. Questa però è la fine di una tragedia e non la soluzione della paura. Quando invece lo accogliamo ci accorgiamo che persino ciò che poteva sembrare un errore o uno scarto, Dio lo usa come una pietra d'angolo.

6

Marzo
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Sabato dopo la II domenica di Quaresima

Sabato dopo la 2°Domenica di Quaresima
Lc. 15,1-3.11-32
Ciò che fa da impedimento nella comprensione di Gesù è il suo modo sconvolgente di andare incontro ai lontani.
Noi siamo sempre intimamente convinti che l'amore vada meritato.
Ma è proprio la concezione dell'amore che senza meriti esclude che blocca la comprensione di Dio che Gesù è venuto ad annunciarci.
Con tutta la sua vita Gesù ci insegna che l'amore di Dio è gratuito, senza condizioni ed è proprio per questo che ci salva la vita.
La provocazione della parabola del figlio prodigo è la spiegazione più chiara di questa logica. Farsi dare l'eredità come fa il figlio più piccolo significa considerare il padre morto. Con la liquidità in mano, senza un padre a cui rendere conto e con le tasche piene di soldi fa quello che vuole.
Speso tutto si trova però drammaticamente ad invidiare i porci e decide di tornare a casa.
Questa però è la storia di un'opportunità e non una conversione. È l'inaspettata reazione del padre, quando trova la porta sbarrata e le braccia aperte del padre che gli corre incontro che lo converte. L'amore gratuito, senza condizioni e inaspettato ci cambia la vita.
Superiamo la reazione del fastidio, i cambiamenti che nascono per calcolo destinati a finire se non si comincia a ragionare con Gesù.

7

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Terza domenica di Quaresima

3°Domenica di Quaresima 
Nel nostro percorso verso la Pasqua oggi siamo invitati a riprendere forza: a cercare di vivere in modo nuovo, a fare pulizia nella nostra esistenza e creare spazi di fraternità e di ascolto della Parola.
Esodo 20,1-17
Davanti al popolo che ha appena liberato, il Signore traccia la strada della libertà e di una felicità duratura.
Salmo 18
È bello potere contare su indicazioni precise che ci assicurano di giungere alla meta.
Ringraziamo il Signore perché la sua Parola è una luce sul nostro cammino.
I Corinzi 1,22-25
La debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Gesù ci ha salvato e riunito a Dio proprio nell'ora della croce.
Giovanni 2,13-25
Gesù reagisce con forza a quanto avviene nel tempio di Gerusalemme. Ora è in lui che noi possiamo trovare Dio e conoscere quanto è grande il suo amore.
Abbiamo incontrato il Signore, siamo stati colmati dei suoi doni. La nostra vita quotidiana rechi sempre più il profumo del Vangelo, della bontà e della generosità.

8

Marzo
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Lunedì dopo la III domenica di Quaresima

Lunedi dopo la 3°Domenica di Quaresima
Lc. 4,24-30
Il Vangelo di oggi ha come luogo geografico la città di Nazareth dove Gesù è cresciuto.
Nella sinagoga di Nazareth Gesù esclama:<In verità io vi dico nessun profeta è bene accetto nella sua patria>.
Gesù sembra voler suggerire che delle volte le chiusure mentali più difficili da demolire ce le hanno coloro che pensano di essere i più vicini, cioè quelli che pensano di avere capito tutto e di avere tutto sotto controllo.
Non si riesce nemmeno a parlare con una persona che è convinta, perché il suo ascolto è occluso dalla sua convinzione.
La persona in crisi sente il bisogno di essere salvato da ciò che sta patendo ed è sempre più disposta ad ascoltare.
Dio per agire, spesso lo ha dovuto fare con quelli che erano fuori dalla cerchia dei suoi, perché la fede quando ci fa sentire assolutamente sicuri non ci fa più mettere in ascolto di Dio.
Il Vangelo di oggi ci dice che la vera umiltà è non dare mai per scontato le cose e soprattutto non limitare l'azione di Dio al sensazionale. Attraverso le cose presenti nelle nostre giornate che consideriamo banali Dio ci sta parlando ancora.

9

Marzo
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Martedì dopo la III domenica di Quaresima

Martedì dopo la 3°Domenica di Quaresima
Mt. 18,21-35
Gesù prende come pretesto la domanda di Pietro per metterci davanti ad una modalità di perdono insopportabile perché prevede l'infinito moltiplicato sette volte.
<Se mio fratello commette colpe contro di me quante volte dovrò perdonargli? >
<Settanta volte sette >
Gesù spiega immediatamente questa eccessiva linea di pensiero con una parabola che evidenzia come non è possibile che un uomo che ha sperimentato una grande grazia non riesca a fare lo stesso con un suo simile.
Il fatto che dobbiamo perdonare non nasce da una nostra capacità o bontà ma dalla semplice memoria che i primi ad essere stati perdonati siamo stati proprio noi, e che senza la memoria di questa grazia che abbiamo ricevuto non riusciremo mai a farlo anche noi di conseguenza.
Il problema è quello di avere memoria di quanto siamo stati perdonati.
Si perdona solo se si domanda al Signore la grazia di vedere quanto noi stessi abbiamo bisogno di perdono.

10

Marzo
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Mercoledì dopo la III domenica di Quaresima

Mercoledì della 3°Domenica di Quaresima
Mt. 5,17-19
L'affermazione di Gesù nel Vangelo di oggi ci suggerisce la chiave più bella di tutto il suo ministero.
<Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento >.
La rivoluzione di Gesù non è consistita nelle demolizioni delle cose di prima, ma nel portarle a compimento e cioè al loro più vero significato.
Tra il tradizionalismo rigido e il progressismo sterile si pone l'insegnamento di Gesù come ciò che ha la capacità di compiere il passato liberandolo dallo schema, e far irrompere la novità senza contrapporla al passato.
L'agire di Gesù come l'agire della Chiesa si pone sempre in modo creativo.
Gesù sembra categorico nel mantenere una linea non fraintendibile.
<Chi trasgredira' uno solo di questi minimi precetti, sarà considerato minimo... >.
Gesù ha il medesimo tono polemico con tutte le interpretazioni buoniste del suo messaggio che, proprio sentendosi forti di questo, proclamano una libertà sbagliata che ha più il sapore di essere libertinismo che libertà vera.

11

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Giovedì dopo la III domenica di Quaresima

Giovedì dopo la 3°Domenica di Quaresima
Lc 11,14-23
<Se io scaccio i demoni per mezzo di Belzebul, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano... Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio >.
<Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore... >
Il male appare come colui che impedisce la parola, comunicazione. Gesù è colui che invece restituisce la parola e ripristina la comunicazione.
Un'autentica vita spirituale è tale quando ci aiuta a recuperare quella parola che ci tira fuori dall'isolamentento interiore.
Il gesto di esorcismo più vero a cui possiamo sottoporci è quello di riscropire autenticamente il sacramento della riconciliazione.

Per la Novena di San Giuseppe: <Padre amato>: fu lo sposo di Maria e il padre di Gesù. In quanto tale, <si pose a servizio dell'intero disegno salvifico>. Per questo suo ruolo nella storia della salvezza, San Giuseppe è un padre che è stato sempre amato dal popolo cristiano.

12

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Venerdì dopo la III domenica di Quaresima

Venerdì dopo la 3°Domenica di Quaresima
Mc 12, 28b-34
La nostra vita sembra piena di tantissime cose che sarebbe giusto fare ma ad un certo punto abbiamo bisogno di capire ciò che dovrebbe avere la priorità e che fa da fondamento a tutto e che non dovremmo mai perdere di vista <Qual è il primo di tutti i comandamenti?>
Ciò che precede la regola dell'amore è il verbo ascoltare: <Ascolta Israele! >
L'ascolto è il mettersi in un atteggiamento recettivo. 
Solo chi accetta qualcosa può anche poi darla a sua volta. 
Senza l'esperienza del lasciarsi amare (ascolta!) non è possibile tutto il resto. Finché la fede sarà solo la somma di sacrifici non sarà mai veramente la fede di Gesù Cristo. 
Solo quando ami sei davvero libero di fare un sacrificio senza che questo sia più fondamentalmente un sacrificio, ma solo l'espressione del tuo amore. 
A chi ha capito questo si è spalancata una vicinanza nuova a Dio: Gesù gli disse: <Non sei lontano dal regno di Dio>

Per la Novena di San Giuseppe: <Padre della tenerezza>: fu capace di far posto a Dio anche attraverso le proprie paure e dolcezze. In lui, <Gesù ha visto la tenerezza di Dio >, quella che <ci fa accogliere la nostra debolezza>, che si realizza la maggior parte dei disegni divini.

13

Marzo
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Sabato dopo la III domenica di Quaresima

Sabato della 3°Domenica di Quaresima
Una pericolosa deriva della vita di fede è sentirsi migliori degli altri.
Gesù oggi ci racconta una parabola nella quale due uomini, uno con le carte a posto e l'altro con la fedina penale macchiata salgono al tempio a pregare.
Il primo dinanzi a Dio vanta diritti, si sente forte e fa l'elenco dei suoi meriti.
In mezzo a questi lodevoli segni, si svela una malattia interiore:<Ti ringrazio perché non sono come gli altri...>
Sentirsi migliori è il chiaro segno che ci racconta il fallimento della nostra vita spirituale.
Chi ha un'autentica vita spirituale non si sente mai superiore agli altri, ma sente crescere dentro di lui una grande compassione che lo fa sentire in comunione profonda con tutto e con tutti.
Sentirsi migliori degli altri blocca la vita spirituale.
Sentirsi solo un nulla blocca la nostra vita spirituale.
Sentirsi amati nel nostro reale nulla significa trovarsi davvero nel cuore della vita spirituale.

Per la Novena di San Giuseppe:<Padre nell'obbidienza>: con il suo "fiat" salvò Maria e Gesù e insegnò a suo figlio a <fare la volontà del Padre>; chiamato da Dio a servire la missione di Gesù, egli <coopera al grande mistero della Redenzione ed è veramente ministro di salvezza>. 

14

Marzo
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IV domenica di Quaresima

Domenica 4°di Quaresima
Vero protagonista della storia è l'amore di Dio.
L'uomo che lo scopre avverte, prepotente il desiderio di ricambiarlo e progetta la sua esistenza come risposta a questo amore, che ha ricevuto in modo del tutto immeritato. 
Prima lettura:
2 Cronache 36, 14-16. 19-23
Ogni volta è così, anche nella nostra storia.
Quando ormai tutto ci sembra perduto, Dio è già all'opera per capovolgere la situazione.
Salmo 136
C'è una nostalgia nelle parole dei deportati ebrei che si trovano a Babilonia, lontani dalla loro terra. Ma Dio non li ha abbandonati al loro destino. 
Seconda lettura:
Efesini 2,4-20
Dio non ha secondi fini, il suo amore è totalmente disinteressato e proprio per questo suscita la nostra sorpresa e cambia la nostra vita. 
Vangelo:
Giovanni 3,14-21
Davanti alla croce di Cristo ognuno deve scegliere. Una cosa è certa: Dio non intende giudicare ma salvare.
Per la Novena di San Giuseppe: <Padre nell'accoglienza>: < Giuseppe accoglie Maria senza mettere condizioni preventive. Si fida delle parole dell'Angelo >, <Giuseppe lascia da parte i suoi ragionamenti per fare spazio a ciò che accade e, per quanto possa apparire ai suoi occhi misterioso, egli lo accoglie, se ne assume la responsabilità e si riconcilia con la propria storia>.

15

Marzo
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Lunedì dopo la IV domenica di Quaresima

Lunedì della 4°Domenica di Quaresima
Gv. 4,43-53
Gesù andò a Cana. Cana è il luogo del primo miracolo. È il luogo della gioia salvata in extremis grazie proprio ad un intervento di Gesù. Ancora in questo luogo c'è una sistemazione estrema: un uomo ha un figlio in fin di vita, non c'è più tempo, e Gesù è l'unico che può fare qualcosa.
La preghiera di questo padre: <Signore scendi prima che il mio bambino muoia> viene esaudita.
Gesù gli rispose: <Va, tuo figlio vive!>
Quest'uomo crede a Gesù senza ancora aver visto il miracolo della guarigione del figlio.
L'atteggiamento vero della fede non è vedere un segno per poi credere, ma credere in assenza di segni fino al punto in cui quella fiducia rende visibile anche il segno.
Il padre credette lui con tutta la sua famiglia e riconobbe che il figlio guarì proprio nell'ora in cui Gesù gli aveva detto: <Tuo figlio vive>. All'inizio è uno solo capace di una fede senza segni, alla fine del miracolo tutta la sua famiglia si converte. L'atto singolo di fede di uno di noi alla fine diventa l'inizio della conversione degli altri.
Per la Novena di San Giuseppe:<Padre del coraggio creativo >
<il carpentiere di Nazareth sa trasformare un problema in un'opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza>. 
Egli affronta i problemi concreti della sua famiglia, esattamente come fanno tutti i padri delle altre famiglie del mondo in particolare quelle dei migranti. In questo senso San Giuseppe è <davvero uno speciale patrono> di coloro che <costretti> dalle sventure e dalla fame, devono lasciare la patria a causa di <guerre, odio, persecuzione, miseria>. Custode di Gesù e di Maria, Giuseppe <non può non essere custode della Chiesa, della sua maternità e del Corpo di Cristo: ogni bisognoso, povero, sofferente, moribondo, forestiero, carcerato, malato, è "il Bambino" che Giuseppe custodisce e da lui bisogna imparare ad <amare la Chiesa e i poveri>.

16

Marzo
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Martedì dopo la IV domenica di Quaresima

Martedì dopo la IV Domenica di Quaresima
Gv. 5,1-16
Gesù sembra prediligere sempre i luoghi della sofferenza. Non cerca i consolati ma gli afflitti. Noi quasi mai consideriamo le fatiche altrui e quindi usiamo la distanza di sicurezza dell'indifferenza.
Se c'è una cosa completamente assente in Gesù questa è proprio l'indifferenza.
<A Gerusalemme presso la porta delle Pecore chiamata in ebraico Betzatà vi era una piscina con una fama di guarigioni dove giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici>.
Proprio in un posto così affollato di storie di dolore, Gesù cerca un caso disperato. Un uomo malato da trentotto anni giaceva senza che nessuno lo attenzionasse.
Gesù vedendolo giacere sapendo che da molto tempo era così gli disse:<Vuoi guarire> <Signore, non ho nessuno... quando l'acqua si agita, un'altro scende prima di me... perché non ho nessuno che mi immerga.
È ovvio che un uomo malato da trentotto anni voglia guarire e Gesù gli disse: <Prendi la tua barella e cammina>.
Quell'uomo risponde dando la colpa a qualcuno del perché è ancora in quella condizione. Il vero miracolo sembra essere la liberazione dalla paralisi della rabbia che si porta dentro e che ha offuscato anche il suo desiderio.
È sabato e i dottori della legge e gli scribi sono più preoccupati della legge che del dolore di queste persone.
Anche noi teniamo più alla forma o a ciò che conta?
Siamo disposti ad abbandonare certi formalismi sterili?
Per la Novena di San Giuseppe:<Padre lavoratore >
era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia.
Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di mangiare il frutto del proprio lavoro.

17

Marzo
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Mercoledì dopo la IV domenica di Quaresima

Mercoledì dopo la 4°domenica di Quaresima
Gesù chiamava Dio suo padre, facendosi uguale a Dio.
Il Vangelo di Giovanni ci dice a chiare lettere qual è il motivo per cui i Giudei cercavano di uccidere Gesù: non sopportavano il suo considerare Dio suo padre.
La gelosia è gelosia di rapporto.
Da Caino in poi l'umanità soffre la gelosia nell'invidiare l'amore altrui.
Gesù è venuto per dirci che tutti siamo chiamati ad entrare nella logica del medesimo amore e non per contrapporre il suo amore con il Padre a quello nostro. Gesù ci dice che non abbiamo bisogno di invidiare qualcosa a cui siamo noi stessi chiamati. In Gesù ognuno di noi diventa figlio: figli nel Figlio.
L'annuncio cristiano non è semplicemente sull'esistenza di Dio ma che Dio è nostro padre.
Il Padre ha dato ogni giudizio al Figlio perché onorino il Figlio come onorano il Padre.
Tutti vogliono uccidere Gesù, mentre Gesù vuole dare la vita a tutti. È questo il paradiso cristiano.
Per la Novena di San Giuseppe: <Padre nell'ombra >: la suggestiva immagine dell'ombra definisce la figura di Giuseppe, che nei confronti di Gesù è ombra sulla terra del Padre Celeste: lo custodisce, lo protegge, non si stacca mai lo si diventa. E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio, ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui. Un padre consapevole completa la propria azione educativa e di vivere pienamente la paternità solo quando si è reso "inutile", quando vede il figlio diventare autonomo e cammina da solo sui sentieri della vita.

18

Marzo
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Giovedì dopo la IV domenica di Quaresima

Giovedì dopo la 4°Domenica di Quaresima
Si può conoscere tutta la Bibbia a memoria, tutta la teologia, tutti i riti ma rimanere distanti da Dio se si pensa che il cristianesimo sia la somma di tutte queste cose.
Per noi il cristianesimo è Gesù Cristo, e la dottrina, la Parola, la teologia, la liturgia sono solo modi altri di scoprire, amare e aggrapparsi a Lui.
Un cristianesimo senza la persona di Gesù è fumo senza arrosto.
Sarebbe solo un'ideologia in mezzo alle altre o un insieme di moralismi adatti solo a complicare la vita delle persone.
Il dramma è questo: avere tutto davanti agli occhi e non accorgerci dell'essenziale: la persona di Cristo.
Il Vangelo di oggi ci coinvolge e ci interroga non solo personalmente ma anche come comunità, come Chiesa.
Proviamo a rispondere senza paura e con umiltà se strategie pastorali, ambiti caritativi, iniziative dove tutto parla di cristianesimo sono presenza di Gesù o solo ombra delle sue idee.
Novena di San Giuseppe: <Giuseppe riconosce Gesù dono del Padre >
Lungi da noi il pensare che credere significhi trovare facili soluzioni consolatorie. La fede che ci ha insegnato Cristo è invece quella che vediamo in San Giuseppe che non cerca scorciatoie, ma affronta quello che gli capita ad "occhi aperti".

19

Marzo
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Venerdì dopo la IV domenica di Quaresima -
Solennità di San Giuseppe

Solennità di San Giuseppe
Sposo della B. V. Maria.
Senza il rischio della libertà niente varrebbe la pena, sarebbe tutto da copione.
È il rischio di fidarci di ciò che si mostra certo solo in regioni non verificabili del nostro cuore che ci fa essere liberi.
È così per ogni cosa, quando si ama qualcuno, quando si sceglie di fare quel lavoro, o di fidarsi di quell'amico.
Giuseppe <fece come gli aveva ordinato l'angelo > e da quel momento in poi diviene infinitamente responsabile di Gesù e di Maria.
Il nostro cristianesimo dovrebbe essere sentirci infinitamente responsabili di Gesù e di Maria.

20

Marzo
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Sabato dopo la IV domenica di Quaresima

Sabato della 4°Domenica di Quaresima
Gv. 7,40-53
<Mai un uomo ha parlato così! >
È forse una delle risposte che tutti dovremmo dare a chi ci domanda:<perché sei cristiano? >
Non c'è dietro la retorica di un discorso convincente ma l'intuizione profonda che a un certo punto anche Pietro dirà nel Vangelo, e cioè che le parole di Gesù sono parole cariche di vita, ma non di una vita qualunque, di vita eterna.
<Vi siete lasciati ingannare anche voi? >
La risposta dei farisei fa trasparire tutta la rabbia e la frustrazione che Gesù suscitava in loro.
Solo dei creduloni potevano andare dietro a lui, ma nessuno che abbia studiato si sognerebbe mai di ascoltarlo.
Ed è proprio uno che ha studiato, Nicodemo, che era andato precedentemente da Gesù che disse: <La nostra legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa? >
Il Vangelo oggi ci svela che la testimonianza di Gesù era trasversale. Non solo la gente più umile del popolo, ma ogni persona che aveva il cuore aperto all'azione di Dio. Con l'unica differenza che è difficile delle volte restare con un cuore umile, docile e aperto quando ci si convince di aver capito tutto di Dio.

21

Marzo
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V domenica di Quaresima

V Domenica di Quaresima
La Pasqua è ormai vicina.
Piantiamo insieme la croce in mezzo alla nostra assemblea: è il segno di un amore che non si ferma davanti a nulla, neanche davanti alla morte: è il segno di una sofferenza che genera vita.
Geremia 31,31-34
Prima lettura: Dio non si lascia mai sconfiggere dalle infedeltà degli uomini: propone a tutti una nuova alleanza.
Salmo: Solo Dio può creare il nuovo: lavare la nostra esistenza e liberarla dal peccato, donarci un cuore puro, non intaccato dal male. 
Ebrei 5,7-9
Seconda lettura: Non c'è alleanza tra Dio e l'uomo senza un mediatore: Gesù lo è diventato sulla croce, accettando la sofferenza per amore. 
Giovanni 12,20-33
Vangelo: Come il chicco si perde nel terreno, così la vita di Gesù, discesa nella morte, porta frutto per tutti. 
Il nuovo che irrompe: una speranza sicura: il Padre non ci abbandona e veglia su ognuno di noi.

22

Marzo
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Lunedì dopo la V domenica di Quaresima

Lunedì dopo la 5°domenica di Quaresima
Gv. 8,1-11
Il pretesto dell'adulterio di una donna diventa l'occasione giusta per far cadere Gesù in trappola.
<Mosè, nella legge ci ha comandato di lapidare donne come questa.
Tu che ne dici?>
<Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo>.
Dinanzi a quella scena cruenta, la reazione di Gesù è il silenzio e l'apparente distacco.
<Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra>.
Poiché insistevano nell'interrogarlo si alzò e disse loro: <Chi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei>. E chinatosi di nuovo scriveva per terra.
<Udito ciò se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani>.
La verità non può essere mai negata, ma ha bisogno di arrivare nella vita degli altri non come una pietra che uccide, ma come una possibilità di rialzarsi dagli errori.
Gesù salva la vita e ricorda alla donna cosa dovrà fare. <Dove sono?> 
<Nessuno ti ha codannata?> <Nessuno, Signore >. 
<Neanch'io ti condanno, vai e d'ora in poi non peccare più >.

23

Marzo
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Martedì dopo la V domenica di Quaresima

Martedì dopo la 5°Domenica di Quaresima
Gv. 8,21-30
Quando una persona si trova alla fine della propria vita e se ne accorge, il tenore delle sue parole comincia ad avere una profondità inaspettata.
Chi gli è accanto ha bisogno di tempo per capire che cosa queste persone volevano dire in quel momento.
Le parole infuocate del Vangelo di oggi, intuisci subito che sono vere ma non comprendi subito dove ti vogliono condurre.
Sembra l'accorato appello di uno che dice:smetti di vivere solo, altrimenti alla fine affoghi.
C'è una cosa peggiore dei peccati, è la solitudine che crea la nostra superbia.
Un credente, ma ancor prima un uomo, è uno che ha l'umiltà di capire che non ci si salva da soli, e non si riesce a salvare quasi niente della nostra vita se qualcuno non irrompe in quella nostra solitudine e ci aiuta.
Tutto il Vangelo è la Buona Notizia che non siamo soli. Una libertà vissuta nella solitudine non è libertà ma, inferno, perché la gioia, come il dolore, la bellezza, come le cose difficili, sono vivibili solo a patto che tu abbia qualcuno con cui condividere ciò che ti accade.
Strutturalmente dipendenti dall'altro dovremmo produrre libertà e non galera.
Con la paura di relazioni sbagliate ci condanniamo all'inferno da soli.
All'inferno non c'è nessuna buona compagnia:l'unica compagnia sarà il disprezzo per noi stessi.

24

Marzo
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Mercoledì dopo la V domenica di Quaresima

Mercoledì dopo la 5°Domenica di Quaresima
Gv. 8,31-42
Quello che dovrebbe stare a cuore a un cristiano non è imparare a memoria qualche informazione su Gesù Cristo, né inseguire semplicemente un sistema di valori da esso derivato.
La cosa più importante nell'esperienza cristiana è imparare a "rimanere" a "dimorare" nella parola di Gesù. 
La mancanza di rinnovamento all'interno della Chiesa e delle nostre comunità, viene certamente dalla mancata confidenza con la parola di Dio. 
Se entrassimo nel grembo della parola di Dio e ci lasciassimo nutrire, gestare (non gestire) da Dio come nel grembo di una madre. 
Se tornassimo ad ascoltare il Vangelo di oggi, a riaprire la Bibbia, a invocare lo Spirito Santo conosceremmo la Verità ed essa ci farebbe liberi. 
Gesù parla chiaro, e la Verità che ci annuncia, che è la Verità di un amore liberante, ci introduce in una libertà grande che nessuna politica, nessuna cultura, nessuna mentalità del mondo possono darci. 
Gesù ci dice che la Verità esiste nonostante lo sport più diffuso sia quello di negare la sua esistenza e lasciarsi in balia della dittatura delle opinioni. 
La Parola per un cristiano non è mai una esperienza intellettuale, ma una esperienza esistenziale.

25

Marzo
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Giovedì dopo la V domenica di Quaresima

Tempo di Quaresima
SOLENNITÀ DELL'ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
Oggi la nostra Comunità particolarmente è invitata a gioire, a pregare e ad essere grata al Signore perché Egli entra nella storia facendo leva sulla libertà e disponibilità di Maria.
Noi abbiamo il dono di custodire e godere della monumentale Chiesa dell'Annunziata in Alcamo.
La solennita' dell'Annunciazione del Signore è tra le feste mariane più significative che noi celebriamo. E questo non solo perché da qui in poi calcoleremo nove mesi per ritrovarci a Natale, ma perché la festa odierna segna l'ingresso di Dio nella storia attraverso proprio il grembo della Vergine Maria.
Maria pronuncia il suo "Eccomi" nonostante la paura, le domande, l'incomprensione del mistero che le poneva dinanzi.
<Allora Maria disse:"Ecco la serva del Signore:avvenga per me secondo la tua parola" >.
Da sempre la Chiesa ha avuto la sensazione che chiave di accesso al l'incarnazione sia nell'Eccomi pronunciato da Maria.
L'unico modo affinché arrivi un senso alla nostra vita è accogliere la vita così come il Signore ce la pone dinanzi, facendo spazio con tutto noi stessi agli eventi anche quando ci spaventano o ci gettano in confusione.
Oggi è il giorno giusto per chiedere al Signore la grazia di saper dire "eccomi" anche noi a tutto quello che in questo momento la vita ci sta mettendo dinanzi, e così scoprire che anche nel grembo della nostra vita il Verbo è tornato a farsi carne.

26

Marzo
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Venerdì dopo la V domenica di Quaresima

Venerdì della 5°settimana di Quaresima
Gv. 10,31-42
Di Giovanni Battista non si raccontano miracoli. Tutto quello che ha tentato di fare è umanamente fallito con la sua morte cruenta ad opera di Erode. Tutta la vita di Giovanni e paradossalmente la sua morte ha sempre indicato ciò che contava.
Il Vangelo di oggi evidenzia come quando non si hanno più ragioni allora si sceglie la violenza. Era così ai tempi di Gesù ed è così anche ai nostri giorni:<I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
Gesù rispose loro:<Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio;per quali di esse mi volete lapidare? >.
Quando la violenza ha a che fare con le pietre si riconosce, ma quella delle parole o anche quella dei silenzi che usiamo nelle nostre case o i mutismi sono forme di violenza quando i nostri dialoghi non riescono ad avere la meglio.
Gesù sta tentando di dialogare con i Giudei ma dinanzi all'evidenza, quando ci si sente possessori della verità ci si arma contro gli altri.
La prova vera di essere nella verità è la capacità di dialogare sempre, e con tutti.
Dove il mondo protesta noi dobbiamo potere offrire invece il martirio del dialogo, sempre, anche quando sembra inutile, anche quando sembra fallimentare.
Alla fine non importa se quello che di giusto abbiamo fatto ha portato il risultato sperato.
A noi il Signore ha chiesto di testimoniarlo e non di convincere il mondo.
Quanto sarebbe bello se il mondo ci riconoscesse come cristiani proprio per la nostra capacità di dialogo.

27

Marzo
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Sabato dopo la V domenica di Quaresima

Sabato della 5°settimana di Quaresima
Gv. 11,45-56
Il terrorismo della paura funziona sempre.
Se vuoi ottenere qualcosa non devi dare una ragione valida, ma una paura valida affinché si smetta persino di ragionare pur di risolvere la paura.
<Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione>.
Se guardiamo le nostre vite ci accorgiamo quanto potere diamo alla paura e a ciò che essa ci suggerisce.
Per esempio, la paura di soffrire ci dice che non dobbiamo permettere a nessuno di entrare troppo nel nostro cuore, e così commettiamo interiormente un delitto contro ogni tentativo di amore, ma ci diciamo che è <per una causa buona>.
Il Signore ha sempre la capacità di riempire di un significato profondo le cose, anche le più sbagliate, ma ciò non toglie nessuna responsabilità alle nostre azioni.
Altrimenti questo ci metterebbe nella situazione di dire che il male è necessario al bene.
Il male rimane male.
Dio ha la capacità di trarre un bene dal male, ma il male non ha nessuna giustificazione, e alla fine della storia, anche se finirà bene, chi ha compiuto il male dovrà rendere conto di ciò che ha fatto.

28

Marzo
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Domenica delle Palme

DOMENICA DELLE PALME
Fratelli e sorelle, oggi cominciamo insieme la Settimana Santa.
È un percorso che si apre con l'entusiasmo delle folle, che vanno incontro a Gesù mentre entra a Gerusalemme, ma che ci porterà anche alla collina del Calvario, dove si consuma un passaggio doloroso.
Isaia 50,4-7
Prima lettura:Il Servo, la misteriosa figura di cui ci parla il profeta, è l'uomo della fedeltà a Dio, della solidarietà e della non violenza. Perché non c è altra via per spezzare la catena dell'odio.
Salmo 21
Con amore e venerazione ripetiamo le parole con cui Gesù ha pregato prima di morire, inchiodato alla croce.
Filippesi 2,6-11
Seconda lettura:È Gesù il Servo, obbediente al Padre e solidale con gli uomini fino alla morte.
Il suo apparente fallimento, logica conclusione della sua coerenza, diventa sorgente di liberazione per tutta l'umanità.
Marco 14-15
Passione secondo Marco: Ognuno di noi può ritrovare un po' di sé stesso in questo racconto:la sua fatica a vegliare, i suoi tradimenti, quella paura che ha preso gli apostoli.
Ognuno di noi è invitato a provare lo stesso dispiacere di Pietro e a fare come il centurione la sua professione di fede.

29

Marzo
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Lunedì della Settimana Santa

Lunedì della Settimana Santa
Gv. 12,1-11
Il Vangelo oggi inizia con il racconto di una cena. Gesù a casa di Marta, Maria e Lazzaro invitato a cena da tre dei suoi amici più cari.
Mancano poche ore dalla passione e Maria compie un gesto scandalosamente bello: prese trecento grammi di profumo di puro nardo ne cosparse i piedi di Gesù e poi li asciugò con i suoi capelli.
Non si riportano discorsi ma gesti, forse a suggerirci che l'amore è sempre un fatto concreto, non una discussione.
L'amore è l'infinita tenerezza con cui Maria unge Gesù.
Giuda dirà, in altro contesto<Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri? >
Parole umanamente comprensibili ma troppo miopi per coprire l'amore.
Esso è sempre uno spreco, perché chi ama non calcola ma dà tutto.
Solo chi ama così i piedi di Cristo è in grado di amare bene i poveri. Diversamente si convincerà che i poveri sono folle da sfamare e non persone da amare. Si pensa per esempio che le suore di clausura sono uno spreco mentre quelle missionarie sono utilissime. Così pensiamo che il verbo "fare" sia superiore al verbo "essere", ma è esattamente il contrario.
Bisogna "essere" amore più che semplicemente "fare" amore.
Quello che si consuma a casa di Marta, Maria e Lazzaro è la prefigurazione di quello "spreco" che sarà la morte di Gesù in croce.
È Lui il vasetto pieno del buon profumo dell'amore del Padre che rotto nella morte spargera' per tutto il mondo e per tutta la storia il profumo della misericordia di Dio.
È lo spreco della gratuità. 

30

Marzo
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Martedì della Settimana Santa

Martedì della Settimana Santa
Gv. 13,21-33-36-38
Nessuno vuole mai trovarsi nell'imbarazzo del tradimento.
<In verità, in verità io vi dico uno di voi mi tradirà >
I discepoli pur di scoprire il nome sono disposti anche a giocarsi la carta del prediletto: <Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: "È colui per il quale intingero' il boccone e glielo darò">.
Non possiamo fermarci alla gestualità di Gesù che dà personalmente un boccone.
Sacramentalmente dovremmo dire che Gesù gli pone chiaramente un gesto di intimità, ma invece di essere per lui salvezza, questa intimità diventa in lui abisso di tenebra :<E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota.
Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù:<Quello che vuoi fare, fallo presto>.
Troppo spesso ci sentiamo al sicuro semplicemente perché conserviamo una pratica cristiana vissuta più come amuleto che come redenzione.
Pensiamo che siccome prendiamo l'eucaristia ogni giorno o diciamo delle preghiere questo ci terrà sicuramente al sicuro e dalla parte giusta.
Il diavolo non è spaventato dai sacramenti, specie quando vengono presi senza che la persona decida seriamente di convertirsi. Anzi, paradossalmente accostarsi ai sacramenti senza desiderare davvero una conversione, non solo non ci tiene al sicuro ma ci fa"mangiare e bere la nostra condanna" dirà San Paolo.

31

Marzo
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Mercoledì della Settimana Santa

Mercoledì Santo
Mt. 26,14-25
Si può dare un prezzo all'amore? No! 
Eppure, noi commerciamo con l'amore tutte le volte che invece di amare ci offriamo solo al miglior offerente. 
Il nostro non è amare ma convenienza. 
Usiamo Dio per convenienza, usiamo gli amici per convenienza, usiamo la gente che ci vive accanto per convenienza. 
Noi siamo incapaci di amare perché non riusciamo a vedere accanto a noi persone da amare,ma persone da usare. 
<In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota andò dai capi dei sacerdoti e disse:"Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?... >
È questo il problema vero di Giuda, ed è questo il problema serio di ciascuno di noi. 
Non potremo mai veramente convertirci finché non cominceremo a diventare gratuiti. Ad amare in maniera gratuita. 
A stare con le persone in maniera gratuita,a pregare in maniera gratuita. 
Non faremo Pasqua finché non toglieremo dalla nostra testa la mentalità commerciale di Giuda, che fissa un prezzo persino su Cristo, e finché non assumeremo la mentalità della gratuità. 
Signore non ho bisogno di prove o di risultati, ti amo anche se non esaudirai nessuna delle mie preghiere. 
Quando arriveremo a questa gratuità saremo persone libere e non traditori opportunisti. 
Tante volte il traditore opportunista è nascosto nelle nostre scelte e nei nostri modi di pensare. 
Se ammettessimo di essere anche noi un po' come Giuda, riconosceremmo che Giuda funga un po' da specchio per ciascuno di noi e recupereremmo tutta quella misericordia che non riserviamo agli altri. 

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